lunedì 1 marzo 2010

La fine è vicina

Dagospia segnala un'intervista "da leggere tutta d'un fiato". In effetti potrebbe essere mandata nello spazio come l'sos di un paese allo sbando. 
Mario Giordano, il direttore che ha l'aria di quelli a cui non piace il sesso, fonda l'agenzia "interna" «News Mediaset». Lasciate ogni speranza:

"Il Giornale" (tra virgolette)
Autore: Laura Rio

"Così cambierà l’informazione del Biscione"

Parla Mario Giordano, direttore dell’agenzia Mediaset operativa da oggi: "Il canale all news? In onda entro l’anno. Proponiamo un menu da cui i direttori dei tg sceglieranno"

Da stamane il Biscione carica un’arma in più per andare alla battaglia dell’informazione. Quell’agenzia interna denominata «News Mediaset» passa alla fase operativa. Si tratta di una struttura che fornisce notizie, immagini e servizi completi a tutte le testate delle reti della Tv privata, sia in chiaro sia in digitale, e anche al sito Internet.
L’agenzia, sotto la direzione di Mario Giordano, è composta da 90 giornalisti, provenienti dalle redazioni interne: dai Tg di Studio Aperto, Tg4, TgCom, più tutti i corrispondenti nelle varie città italiane ed estere. La nuova struttura sarà anche il laboratorio incaricato di studiare e realizzare il canale «All news», cioè notizie 24 ore su 24. Giordano, che noi conosciamo bene essendo stato nostro collega e direttore, racconta la sua nuova sfida mentre i tecnici ci passano sopra con i fili e gli operai spostano scatoloni per mettere a punto la nuova gigantesca redazione al palazzo dei Cigni di Milano due.
Dunque, Mario, oggi comincia una fase importante per Mediaset che potrebbe fare da apripista per un nuovo modello di fare informazione.
«L’obiettivo è quello di garantire maggiore efficienza e sinergia produttiva. Un esempio semplice: è inutile mandare tre inviati (di Tg5, Tg4 e Studio Aperto), sullo stesso luogo di un delitto. Ne basta uno, gli altri, se sono sul campo, possono realizzare un approfondimento oppure essere dirottati su altre notizie».
Ma così non si rischia di avere Tg tutti uguali?
«No, prima di tutto perché i direttori mantengono la loro autonomia editoriale. La redazione del Tg5 non cambia, in quella del Tg4 e di Studio Aperto rimane un gruppo di giornalisti: i graduati e i conduttori. Noi funzioniamo da agenzia: sottoponiamo un menù, i responsabili di tutte le testate scelgono se prendere e cosa prendere. Tutti i direttori hanno dimostrato il massimo della collaborazione e per questo li vorrei ringraziare, a cominciare da Emilio Fede cui tutti noi dobbiamo qualcosa, perché l’informazione a Mediaset l’ha creata lui».
Non c’è il rischio che l’agenzia si schieri politicamente, accusa più volte rivolta all’informazione Mediaset?
«Intanto l’agenzia non si occuperà di politica che resterà di competenza dei direttori di testata. E per quanto riguarda le future all news, beh, Mediaset ha una lunga tradizione di informazione indipendente, come la storia ha dimostrato. La nostra agenzia si inserisce in questo solco e cercherà di mantenere e aumentare questa autorevolezza. Anzi il mio obiettivo per le future all news sarà proprio questo: vorrei che per indicare una notizia sicura la gente dicesse: “L’ha detto Mediaset”...».
Parte dei giornalisti ha mostrato riluttanza, per la paura di perdere professionalità e posti di lavoro, visto che quello che prima si faceva in tre, ora lo può fare uno.
«Non è così. E mi sembra che le perplessità siano state superate grazie al dialogo. Del resto io dico che se arriva il treno, non si può rimanere a sognare il calesse con i cavalli. Bisogna rendersi conto dei cambiamenti e il futuro è per quei giornalisti che mostrano duttilità e capacità di sfruttare la tecnologia. Con gli investimenti e una migliore organizzazione del lavoro il ruolo dell’informazione può crescere e dunque si possono creare nuovi posti di lavoro». 

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