venerdì 25 giugno 2010

"Nelle sue menzogne c'è del vero"





Aldo Brancher, dirigente Fininvest dall'82, ai tempi di Mani pulite si fece tre mesi a San Vittore e non parlò. Un eroe. Berlusconi disse che in quei mesi girava in auto insieme a Confalonieri attorno al carcere, per mettersi in comunicazione con lui. E' stato fatto ministro al Federalismo e sùbito si è appellato al legittimo impedimento per non andare a processo per appropriazione indebita, per il tentativo di scalata di Antonveneta da parte di Bpi. Almeno tre personaggi dovrebbero vergognarsi. Fini, che coi suoi alza il ditino: al governo con Berlusconi ci sei tu. Napolitano: la firma sulla nomina di ministro l'ha messa senza batter ciglio. Dulcis in fundo, Polito. Chi? Il direttore del Riformista (un giornale "di sinistra"). Val la pena di riportare tutto il suo breve editoriale di oggi:

Vedi Brancher e ti chiedi dove hai sbagliato
di Antonio Polito

Uno passa gli anni a dire che il berlusconismo va compreso e non demonizzato, che perfino nelle sue menzogne c'è del vero. Che, certo, lui si fa le leggi per salvarsi dai processi, ma anche i processi che gli fanno non sono proprio tutti a prova di bomba. Che, di sicuro, non si può permettere di insultare la magistratura e di contestare l'autonomia costituzionale del potere giudiziario, ma che a vedere come si comportano certi magistrati e come talvolta usano la loro indipendenza si capisce che la Giustizia italiana ha comunque urgente bisogno di una radicale riforma.
Uno ci mette la faccia e ci rimette anche qualche rapporto di amicizia per spiegare che perfino l'immunità pro-tempore per il capo del governo non è in sé una bestemmia, che anzi in alcuni paesi è prevista, e che comunque esiste la necessità di proteggere l'esercizio del mandato popolare.
Poi Berlusconi, con il favore delle tenebre, senza dire niente a nessuno, nomina l'amico, sodale e imputato Aldo Brancher ministro del nulla, e Aldo Brancher attua immediatamente - invece del federalismo - il legittimo impedimento per evitare il suo processo. E ti chiedi dove hai sbagliato.

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