Travaglio se la prende con Fini. Oltre alla sua solita ironia, si avverte una punta di risentimento nel suo articolo di oggi sul Fatto:
"I finiani hanno già detto che il superlodo lo voteranno. Ma, siccome si impancano a paladini della legalità - cioè della legge uguale per tutti -, sono un po' imbarazzati nel sostenere una legge che rende uno, il solito, più uguale degli altri. Così Maurizio Saia, che li rappresenta in commissione Giustizia del Senato, annuncia "un sì, ma senza enfasi". Avevano anche pensato di votare sì fischiettando l'Inno di Mameli, o facendo il muso lungo, o con un dito solo, o con una benda sugli occhi, o coi capelli spettinati, o "contestualizzando" secondo i dettami di mons. Fisichella, o a loro insaputa secondo l'uso di casa Scajola, o saltellando su una gamba, o indossando un berretto da Pulcinella, o con una mano davanti e l'altra dietro (il popolo di Internet si sta scatenando in un'ampia gamma di varianti possibili). Ma alla fine è prevalso il "sì senza enfasi". Quando accadrà, sarà un grande spettacolo. Del resto, secondo alcuni finiani, B. deve "governare senza condizionamenti giudiziari". Ora i processi si chiamano così: "Condizionamenti giudiziari"".
La domanda è: se i finiani dicevano no al lodo alfano diventavano improvvisamente "buoni"? Un grande giornalista dovrebbe forse cercare di spiegare il perché dell'abbandono (o dell'abbandono a metà) della nave berlusconiana. E forse anche ricordare che i finiani sono stati fascisti. E dico "stati" così per dire.
(Fotomontaggio da Dagospia)
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